The Union

Se Landini fa autocritica

La discussione avvenuta mercoledì notte a “la Sette” fra Cacciari e Landini ci ha rivelato un leader della Fiom inedito. Per la prima volta lo abbiamo visto assumere spunti autocritici nei suoi stessi riguardi, cosa di cui fino a quel momento, non ci eravamo mai accorti. Ci sembrava che in verità Landini fosse impegnato in una sua esclusiva autocelebrazione e autopromozione. Se ci siamo sbagliati, ci fa piacere. Ovviamente non siamo in grado di dire poi, se Landini stretto dall’incalzare delle argomentazioni piuttosto efficaci svolte da Cacciari, cercasse un semplice colpo di coda utile a liberarsi, o se davvero nel momento nel quale egli guarda al suo incarico, oltre le semplici funzioni di rappresentanza sindacale, coglie anche dei limiti superabili. Crediamo che Landini abbia ragione quando rimarca le difficoltà delle politiche di rigore economico dell’Europa e di come queste si riverberano negativamente sul mondo del lavoro. Ci sono dati sulla disoccupazione a riguardo eloquenti e tali da giustificare ogni dubbio sulle politiche del governo e dell’eurozona. Una questione completamente diversa, quando si tratta del ruolo del sindacato e in particolare del sindacato metalmeccanico, quale è stato in questi ultimi anni di crisi. Se Landini, come gli si rimprovera da più parti, recentemente anche Chicco Testa, si preoccupa solo della sua base elettorale, il suo progetto, quale che sia è nato morto. È più che comprensibile voler tutelare interessi particolari in una fase come questa, ci mancherebbe, è però impossibile poi poter costruire un grande movimento di massa. Per cui, vorremmo capire cosa Landini voglia fare per allargare la platea del suo uditorio. Non sapremmo dire se si tratta di in conflitto dove “un qualunque nuovo” si scontra con “un nobile vecchio”, quale la Fiom potrebbe pur sempre essere. Ci interessa solo capire la bontà di una proposta, a partire dalla comprensione degli errori che il suo stesso sindacato può aver commesso. Nel caso in cui Landini ne individuasse qualcuno e fosse in grado di evitare di riprodurlo, lo considereremmo un grande passo avanti, utile davvero a costruire un movimento politico ampio ed unitario. E questo lo scriviamo volentieri, pur pensando anche noi che in occasioni come quelle della manifestazione di Piazza del Popolo a Roma, le citazioni dei papi potessero venir risparmiate.

Roma, 1 Aprile 2015